Sesta edizione Raduno Auto Storiche
La cronaca di una giornata importante: la sesta edizione del Raduno di Auto Storiche, la meglio riuscita fino a oggi.
“Harley forever” è lo slogan dell’edizione 2016 del raduno organizzato dal Club Amici Irpini di Montemiletto. Una sfida per Enzo Sauchelli, Salvatore Coletti, Enzo Maffettone e tutti i soci della locale Associazione. Quest’anno, per la prima volta, è il turno del prestigioso marchio motociclistico, un marchio che rappresenta una filosofia di vita per tutti i fortunati possessori. Il luogo del convegno, la location come oggi tanto si usa dire, appare essere un luogo decisamente inusuale per ospitare la moltitudine di “bolidi rombanti” attesi per le 11:00 nella centralissima Piazza IV Novembre. La tranquillità di questi luoghi sarà presto turbata, quasi violata dal frastuono dei motori. Tuttavia, il grande Herbert von Karajan ebbe a dire che uil rombo di una Ferrari è melodioso tanto quanto una sinfonia di Beethoven e credo che altrettanto si possa dire per le Harley.
Sono le sette del mattino e nella Piazza IV Novembre già fervono le attività per la preparazione della manifestazione odierna. Il presidente, accompagnato dal vice, dal segretario e da alcuni dei soci, provvede ad allestire le strutture necessarie. E’ giunto il momento di mettere in pratica tutto quanto è stato immaginato prima e progettato e preparato poi nel corso dei dodici mesi che separano questo appuntamento dal precedente. Tante sono state le idee accarezzate da ciascuno dei soci nel corso dell’ultimo anno, tante sono state le discussioni, ma solo alcune di queste hanno trovato realizzazione quest’anno e questo è il momento di testare la validità delle scelte effettuate. Viene montato lo stand della Direzione con tutto l’occorrente per l’accoglienza degli espositori e degli appassionati, vengono delimitate le zone destinate alle vetture, lo spazio assegnato al Moto Club “Valle del Calore” partner dell’iniziativa, antico e dall’affidabilità consolidata. Alle Harley viene destinato il posto d’onore: l’area al di sopra della piazza, la zona prospiciente l’antico Castello della Leonessa che domina l’intera vallata dall’alto della sua rocca.
Sono le nove. I primi curiosi arrivano e precedono di poco gli espositori che piano piano si preparano a invadere tutta la piazza. Sono accolti con calore e cortesia dai rappresentanti del Club. A tutti è offerta la colazione, un’occasione per rinsaldare vecchi rapporti e per instaurarne di nuovi, un modo per smorzare la tensione dell’attesa e per ringraziare i primi arrivati tra quelli che hanno spontaneamente risposto alla chiamata. E cominciano a vedersi dei veri e propri “pezzi” rari: l’immancabile Balilla; un furgoncino Volkswagen, uno di quelli che hanno accompagnato l’infanzia di tanti tra noi; una prestigiosa Westfield da competizione; un bellissimo esemplare di FIAT 600; un furgoncino 500 completo di ciclomotore a corredo gelosamente conservati dal proprietario. E poi ancora: Porsche, Ferrari, tanti esemplari di FIAT 500 perfettamente conservati, Lancia, Maggiolino Volkswagen, un esemplare della mitica Lancia Beta Montecarlo che ha spopolato nei Rally di tutto il mondo e tanto, tanto altro ancora.
Alle 11:00 si avverte un rombo lontano, un crescente rombare di motori che diventa sempre più vicino, sempre più insistente. Eccole, sono loro. Una moltitudine di moto, tante quante mai se ne erano viste in precedenza. Qualcuno prova a contarle. Venti, trenta, quaranta, qualcuno dice che sono più di sessanta, ma poi tutti perdono il conto. I centauri, tutti in rigoroso completo stile “on the road” parcheggiano ordinatamente e offrono agli sguardi increduli dei concittadini lo spettacolo multicolore delle carene verniciate che contrastano con le cromature brillanti degli scarichi. Tutti indugiano con lo sguardo su esemplari unici per la linea, per lo stile e per quello che significano. Basta poco perché i raiders familiarizzino col posto e con la gente accorsa. Una domanda, una curiosità, espressa tanto dal giovane quanto dall’anziano, basta a rompere il ghiaccio e permette ai centauri di raccontare le propria esperienza sulla trasferta, le emozioni avvertite. Antonio riferisce del trasferimento dalla stazione autostradale di Avellino Est fino al paese. Giacomo, centauro non più giovanissimo e un po’ sovrappeso, ma non per questo remissivo, è un fiume in piena. Racconta del paesaggio che lo ha letteralmente rapito mentre percorreva i circa 20 km di strada provinciale immersa nel verde. Parla di ogni curva, di ogni rettilineo e di tutto quanto ha impressionato nella propria memoria. Si dissetano, qualcuno si ristora con un dolcino e poi tutti ad arrampicarsi sulla fontana per la foto di rito, la foto che ognuno assicura che conserverà a ricordo di questa giornata, prima di concedersi un pranzo a base di tagliatelle ai porcini e carne di agnello all’interno del Castello, che accoglie tutti nel proprio cortile.
L’affluenza quest’anno è andata oltre le più rosee aspettative; mai in tanti avevano affollato la piazza nelle scorse edizioni. Gli organizzatori sono felici, ma preoccupati per la gestione di un tale numero di autoveicoli. Ben presto appare evidente che risulta difficile organizzare un ordinato deflusso delle auto convenute per dar vita al previsto, tradizionale corteo per le vie e i borghi del paese. Di tanto appare convinto anche il comandante della Polizia Municipale che, interpellato, rileva da subito le difficoltà anzidette. Così viene deciso un improvviso quanto provvidenziale cambio di programma: una visita guidata al Castello della Leonessa. In quattro e quattr’otto, grazie alle autorizzazioni concesse dal sig. Sindaco e alla disponibilità gentilmente offerta da due delle guide turistiche, alle 12:00 lo speaker della manifestazione annuncia un’interessantissimo tour per favorire la conoscenza di questo importante reperto storico, testimone della presenza longobarda nel comprensorio a partire già dallo VIII secolo.
Alle 13:30 in tanti raggiungono la sede individuata dagli organizzatori per il tradizionale convivio: un rinomato ristorante che sorge al centro del paese. Qui un gruppo di oltre ottanta persone si ritrovano per deliziare i palati con i prodotti tipici della cucina irpina e per concedersi il piacere di una bevuta in compagnia.
Nel primo pomeriggio, in attesa di gustare il dolce offerto da uno dei soci del Club tra i più attivi e affezionati, sul solarium viene allestito il palchetto per la premiazione degli espositori.